CORRIERE DELLA SERA / CULTURA: QUANTE LINGUE IN PERICOLO: LENA HERZOG LET METTE IN MOSTRA

di ANNACHIARA SACCHI

Visori e cuffie, per osservare e ascoltare, un’ultima volta. Per immergersi in un’esperienza di ascolto che presto svanirà nel silenzio. Per essere testimoni di un processo di estinzione di massa, quello delle lingue. Ogni due settimane il mondo perde un idioma, ne usiamo circa trenta su settemila esistenti, di cui almeno la metà si perderà entro la fine del secolo, se non prima. Per questo l’artista Lena Herzog ha voluto farci «sentire» quegli ultimi sussurri. Ha realizzato Last Whispers, che arriva per la prima volta in Italia: a Venezia, Ca’ Foscari. Un’installazione in realtà virtuale (alle Zattere) e un progetto site specific (nel cortile centrale dell’ateneo) che sono un monumento alla varietà in pericolo del comunicare umano. Il canto doloroso di un universo che collassa. E perde le sue voci.

Due sedi, due percorsi per capire (e apprezzare) Last Whispers: Immersive Oratorio for Vanishing Voices, Collapsing Universes and a Falling Tree, lavoro dell’artista americana di origini russe promosso dall’Unesco e a cura di Silvia Burini, Maria Gatti Racah, Giulia Gelmi, Anastasia Kozachenko-Stravinsky (Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dell’Università Ca’ Foscari). Punto di partenza: l’incredibile velocità — maggiore di quella dell’estinzione di alcune specie — con cui stiamo perdendo la nostra diversità linguistica. Alle Zattere (fino al 30 luglio; ingresso libero) Lena Herzog ha realizzato una composizione sonora che unisce discorsi, canzoni, incantesimi e canti rituali con suoni e immagini della natura e frequenze provenienti dallo spazio. 

Basta prendere posto e indossare visori e cuffie per affrontare un viaggio lungo mezz’ora in cui (con il sostegno della Jim & Marilyn Simons Foundation) Herzog ha selezionato e messo insieme registrazioni provenienti dall’Endangered Languages Documentation Programme della Soas University di Londra (ora conservate alla Berlin-Brandenburg Academy of Sciences and Humanities), dalla Smithsonian Institution, dal progetto Rosetta e da oltre una dozzina tra i più grandi archivi linguistici.

Suoni perduti e altri in pericolo (una quarantina da 27 Paesi quelli che si sentono nel video), come l’ecosistema. «Ogni lingua — commenta l’artista — è un mondo, e con il mio team ho voluto riempire il mondo di altri mondi, creare un paesaggio in cui i visitatori possano fare esperienza di lingue sparite o condannate a sparire». Il senso: «Mentre affoghiamo nel rumore delle nostre voci — espressione dei sistemi culturali e linguistici dominanti — siamo circondati da uno sconfinato oceano di silenzio».

Urgenza globale, sociologica, filosofica, estetica, umana, «perché la lingua — continua Herzog — è come pensiamo, è come ci poniamo rispetto alla vita, è il nostro primo atto creativo. Da qui ha inizio tutto. Il fatto che spariscano così tanti atti fondativi diventa un’emergenza». Lo si capisce osservando i grandi pannelli sistemati nel cortile centrale di Ca’ Foscari: centinaia di lingue catalogate in base al loro «stato di salute» e al numero di persone viventi che ancora le parlano (fino al 30 settembre; ingresso libero). 

C’è il Susuami, parlato da dieci persone nella Papua Nuova Guinea (catalogazione: «Critically endangered», molto a rischio). C’è il Garrwa degli aborigeni australiani (quaranta parlanti, «Severely endangered»). Il Panobo, estinto in Perù. Il Macuna, del Brasile (32 parlanti: «Vulnerable»). Ci sono anche lingue molto più diffuse, ma pur sempre in pericolo. Come lo Yiddish con tre milioni di persone che lo parlano ma «Definitely endangered». Come l’emiliano-romagnolo, che viene considerato un unico idioma nella classifica Unesco: due milioni di «parlanti».

Tecnologia, coscienza critica, multimedialità, etica. Il progetto di Lena Herzog, che nasce come fotografa e nella sua poetica affronta i temi della ritualità, della perdita, della «dislocazione» con un approccio che unisce scienza e arte, prevede anche una terza tappa, sempre a Venezia: una proiezione audiovisiva del suo lavoro, su grande schermo, sarà presentata nel cortile centrale di Ca’ Foscari come evento principale dell’edizione di «Art Night 2022», che si terrà il 18 giugno.

Estinzioni silenziose e come evitarle. L’Assemblea generale dell’Onu e l’Unesco hanno dichiarato il 2022-2032 «Decennio internazionale delle lingue indigene».

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ARTTRIBUNE: A VENEZIA IL PROGETTO DI LENA HERZOG CONTRO L’ESTINZIONE DELLE LINGUE